BREATHING UNDERWATER

ultimo giro di bevute. il bar sta chiudendo, il sole se ne va. dove andiamo per colazione? non troppo lontano. sono stanco amore. sono stanco.

giovedì, maggio 24, 2007

Daytona.

Avevo 18 anni, anzi in realtà stavo per compierli.
Lei era in Florida e ci sentivamo una volta ogni tre quattro giorni. Ripensarci oggi mi fa sorridere (e contorcere lo stomaco allo stesso tempo, ovviamente); quando non avevamo i cellulari, l'unico accordo era di sentirsi verso le tre del pomeriggio. E se alle tre non ero a casa, non ci si sentiva. Non riesco ad immaginarmela, ad oggi, una situazione così. Eppure così andavano le cose.
Lei era in Florida ed io a Milano, in quel fantastico agosto millenovecentonovantanove. Gli sbattimenti avanzavano, quello non era un periodo semplicissimo. A parte il fatto che i periodi di Joe non sono mai semplicissimi, comunque quello è stato uno dei più duri in assoluto. Ciò che non ci uccide ci fortifica, in fin dei conti. Gli sbattimenti avanzavano, c'era una nuova avventura da cominciare da lì ad un mese. Avrei conosciuto i miei nuovi compagni di classe, i nuovi professori, non avrei più potuto sbagliare un colpo. Di notte i pensieri si affollavano, prendere sonno era difficile ma poi pensavo a lei, in Florida. E tutto appariva più semplice.
Mi parlava di questi stradoni immensi, delle spiagge, degli sbirri incazzosi, dei mega centri commerciali, dell'aria condizionata e della moquette nei bagni. Erano sempre telefonate intensissime, ed io non avevo un granchè da raccontare. Messo giù il telefono, la vita oltreoceano tornava ad essere lontanissima: la realtà mi parlava di Videoplanet, un gelato di pomeriggio, un regalo da comprare a PJ che anche lui diventava maggiorenne (una settimana prima di me).
Lei era in Florida. Tornò abbronzatissima e bellissima. Io ero magro, magrissimo, e maggiorenne. Avevo ascoltato i Chemical tutti i giorni, da quando era partita, che quella cassetta me l'aveva regalata lei proprio prima di volare negli States. Ricordo il momento in cui la vidi entrare in casa mia, è come se fosse ieri: fu un'emozione da togliere il fiato ad entrambi.

Non so perchè ho ripensato a tutto questo, proprio stamattina. E non so perchè l'ho voluto raccontare e pubblicare sul blog.

Ma so che non ci sono perchè, a volte. E' che certe cose rimangono qui, tra il cuore e la gola. E devono venire fuori per forza.

(tempo impiegato per scrivere questo post: 22 minuti)
(tempo passato con lo sguardo fisso nel vuoto stamattina: più o meno mezz'ora)

4 Comments:

  • At 24 maggio, 2007 16:51, Anonymous Anonimo said…

    com'è?tra lo stomaco e la gola...già...lo terrò a mente...another precious lesson...bacio

     
  • At 26 maggio, 2007 04:07, Anonymous Anonimo said…

    post intensissimo...sento il cuore che mi batte forte per l'emozione che trasmette.davvero.
    sei splendido.ti voglio bene

     
  • At 27 maggio, 2007 23:49, Anonymous Anonimo said…

    beh..anch'io ti voglio bene... e se il cuore batte forte alla tuamiglioreamica immagina il mio. sei magico, sempre..che emozione luminosa, colorata e tiepida di sole.
    ps, cazzo la moquette nei bagni l'avevo rimossa! che schifoooooo!!!

     
  • At 28 maggio, 2007 01:27, Blogger Joe Rokocoko said…

    commosso dai commenti che io stesso ho provocato. tutto questo è breathing underwater...

     

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