Non Volevo Perdere L'Occasione Di Dirtelo...
Una mail da brividi che ho ricevuto da una persona moooolto speciale (ma definirla così è riduttivo) il 12 febbraio 2004 e che ho recuperato (grazie al mitico Sfo) soltanto poche settimane fa, dopo più di due anni. Da leggere tutta d'un fiato.
"È una giornata terribile.
Stanotte ho dormito un’ora. Non so, ti ho fatto uno squillo sperando fossi sveglio per qualche strano motivo del destino. Ero ancora fuori casa in mezzo alla strada. Abbiamo fatto un incidente tornando a casa.
Ti dico subito che per fortuna stiamo tutti bene, ma è stato davvero bruttissimo. Non so nemmeno come spiegarlo, al momento non capivo niente: ho sentito solo una botta e una frenata, poi mi sono girata e ho visto l’altra macchina che si stava ribaltando finendo completamente girata. Istinto. Non mi sono mai resa conto prima di ieri di quanto fosse preponderante nei nostri comportamenti. Gli altri erano tutti in macchina ancora e io mi sono gettata fuori correndo dalla parte opposta dell’incrocio sentendo che dovevo fare qualcosa. Non sentivo il controllo delle gambe o delle braccia. Mi sono vista avvicinarmi all’altra macchina e trarne fuori la donna seduta al posto del passeggero. Tranquillizzarla e farla sedere. Poi mi diceva che Elisabetta, quella al volante non parlava. Ma io non riuscivo a vedere niente e mi sono messa a chiamare a gran voce fin quando la povera Elisabetta sotto shock non ha risposto. Tutti sani e salvi. Ok, ora le mie gambe possono cominciare a tremare vedendo quell’ammasso di latta accartocciata, pensando che poteva andare a finire molto male. Che potevo essere io quella rinchiusa in una macchina capottata. E magari non uscirne illesa. È tutto così rapido? Succede tutto così senza neanche avere il tempo di pensare? Collegando il cervello in attesa che i miei documenti mi venissero restituiti mi sono accorta di quanto avessi paura. Ma di cosa? Ormai tutto era finito. Ma si è fatto così in fretta, basta un attimo e tutto poteva finire diversamente.
Ora sono a casa. Ho mal di testa e qualche fitta dove ho preso la botta, ma niente di più. Rido, parlo, bevo, respiro. Tuto va avanti come al solito, ma sento la mente confusa e la febbre che sale dopo 3 ore passate in piedi con gli schiaffi del vento in faccia.
Voglio dormire e svegliarmi come al solito.
Ti voglio bene, e non volevo perdere l’occasione di dirtelo…"
"È una giornata terribile.
Stanotte ho dormito un’ora. Non so, ti ho fatto uno squillo sperando fossi sveglio per qualche strano motivo del destino. Ero ancora fuori casa in mezzo alla strada. Abbiamo fatto un incidente tornando a casa.
Ti dico subito che per fortuna stiamo tutti bene, ma è stato davvero bruttissimo. Non so nemmeno come spiegarlo, al momento non capivo niente: ho sentito solo una botta e una frenata, poi mi sono girata e ho visto l’altra macchina che si stava ribaltando finendo completamente girata. Istinto. Non mi sono mai resa conto prima di ieri di quanto fosse preponderante nei nostri comportamenti. Gli altri erano tutti in macchina ancora e io mi sono gettata fuori correndo dalla parte opposta dell’incrocio sentendo che dovevo fare qualcosa. Non sentivo il controllo delle gambe o delle braccia. Mi sono vista avvicinarmi all’altra macchina e trarne fuori la donna seduta al posto del passeggero. Tranquillizzarla e farla sedere. Poi mi diceva che Elisabetta, quella al volante non parlava. Ma io non riuscivo a vedere niente e mi sono messa a chiamare a gran voce fin quando la povera Elisabetta sotto shock non ha risposto. Tutti sani e salvi. Ok, ora le mie gambe possono cominciare a tremare vedendo quell’ammasso di latta accartocciata, pensando che poteva andare a finire molto male. Che potevo essere io quella rinchiusa in una macchina capottata. E magari non uscirne illesa. È tutto così rapido? Succede tutto così senza neanche avere il tempo di pensare? Collegando il cervello in attesa che i miei documenti mi venissero restituiti mi sono accorta di quanto avessi paura. Ma di cosa? Ormai tutto era finito. Ma si è fatto così in fretta, basta un attimo e tutto poteva finire diversamente.
Ora sono a casa. Ho mal di testa e qualche fitta dove ho preso la botta, ma niente di più. Rido, parlo, bevo, respiro. Tuto va avanti come al solito, ma sento la mente confusa e la febbre che sale dopo 3 ore passate in piedi con gli schiaffi del vento in faccia.
Voglio dormire e svegliarmi come al solito.
Ti voglio bene, e non volevo perdere l’occasione di dirtelo…"
2 Comments:
At 09 maggio, 2007 08:34, Anonimo said…
...brutta...brutta storia Joe...
At 09 maggio, 2007 13:39, BellaSfo said…
Usti... chissà chi è questa lei?
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