We Build Up Castles
Pianeta dice spesso cose sagge, ed io l'ascolto.A volte piango al telefono, ma non con Pianeta, e non so spiegarmi.Addossarsi troppe colpe non aiuta, di fuggire dai propri errori non se ne parla. E' in questo limbo che vivo da qualche mese; non voglio uscirne, perlomeno non ora, sarebbe comodo ed inutile. Nella vita si può e si deve sbagliare; si può camminare a testa alta anche dopo un errore, ci ho messo tanto ad impararlo. Sto ammirando una miriade di piccole sfumature che fino a poco fa mi erano impercettibili (anche per mia scelta, chiaro). Pianeta me lo diceva sempre che dovevo vivere più tranquillo.Pianeta dice spesso cose sagge, a volte fondamentali, a volte spiazzanti. Io non cerco alibi, non voglio autoassolvermi, poi in macchina ci ripariamo dal freddo e mentre ci smezziamo una Tennent's ghiacciata mi fa capire che tutto questo fa parte del gioco. Che in gioco ci sono anch'io, non posso mica sempre essere l'arbitro o l'allenatore o il dirigente che se ne sta in disparte e si diverte guardando gli altri. Eh no, in campo ci sei e ci rimani. E te la giochi.Di questo e per questo sono felice. Perchè ho riscoperto la voglia di giocarmela. Di rischiare l'errore, la giocata difficile il colpo di genio il numero d'alta scuola; magari proprio quello sognato nelle notti più buie.Scoprendo lei ho riscoperto quel me stesso che pensavo di aver perso.
Controlliamo Un Attimo
In nove mesi al call center di casi incredibili me ne sono capitati, eccome. Ho avuto momenti di disagio, di noia, mi sentivo sopraffatto dalla ripetitività delle mie azioni, delle mie risposte, delle giornate di lavoro. Ho odiato con tutto me stesso l'ufficio, i colleghi, i clienti, tutti e tutto quanto. Ho resistito perchè... non lo so nemmeno io, ho avuto momenti di sconforto ma poi persone importanti, vecchie e nuove, mi hanno dato - e mi stanno dando- la forza per andare avanti. A volte litighi con qualche pazzo, con qualche vecchietta, con qualche rincoglionito, poi ci si fa una risata su e passa tutto.Allora arriva sta telefonata in un venerdì sera già tragico, a livello lavorativo: chiamate su chiamate, problemi su problemi, lamentele cazziatoni e la pazienza che se ne va. Non parlo spesso del mio lavoro, qua sul blog soprattutto, se non per evidenziare episodi simpatici, ma questa volta devo fare un'eccezione.Forse perchè per una volta sul posto di lavoro ho visto materializzarsi Joe Rokocoko. Era inevitabile. Joe sta fuori dalla mia vita lavorativa, grazie a Dio. Ogni tanto fa capolino... e sono sempre guai. Sono dimissioni, discussioni, piagnistei, rivoluzioni. Noi tutti amiamo Joe Rokocoko, ma diciamoci la verità lui è un non-scrittore, del lavoro vero che cazzo ne capisce. Si fa prendere e poi... capace di mollare tutto così, d'un colpo.La vecchina parte subito all'attacco, questo è il codice, è intestato a mio figlio che è morto due anni fa. PUM. La vecchina può anche essere davvero vecchina, però già esordire così mi fa prendere male. Andiamo a controllare chi è lo sfortunato. Eccoci un attimo... sì signora ho capito ora capiamo il suo assegno... un attimo solo che controllo... lo sguardo cade sulla data di nascita, anno 1981, chissà perchè mi sto sentendo così strano. Vai via Joe, ti prego, sto lavorando.Signora io capisco... le dobbiamo mandare 150 euro ma l'assegno è intestato a suo figlio, ho capito, ha già chiamato signora... la pazienza a questo punto è in modalità ILLIMITATA, potrebbe prendermi a male parole per un'ora e io starei lì senza reagire. Comincio a sbuffare, mi alzo, chiedo aiuto a chi è di supporto, ma a quel punto non ho più voglia di ascoltare le risposte, le procedure, tutto quanto. Ragazzi cazzo, c'ho in linea il morto e non vogliamo dargli i soldi, capite? Chi è in cuffia non sente, ma gli altri sì, sto per diventare un fiume in piena. Cazzo, le muore il figlio a ventotto anni e noi non vogliamo darle cento euro, ma che cazzo di mondo di merda che viviamo. E NOI SIAMO UN ANELLO DELLA CATENA! Mi sta prendendo lo sconforto totale, cosmico, quasi leopardiano. Io non voglio essere parte di questo sistema! Mi vergogno cazzo, mi vergogno! Non vogliamo darle i soldi... e penso chissà come sarà morto, so che non bisogna porsi questi interrogativi, proprio perchè poi si sfasa e si perde di vista l'obiettivo finale, che sarebbe teoricamente quello di aiutare il cliente.Allora temporeggio, mi faccio insultare ancora un po', i vicini di postazione mi guardano smarriti, pensano ad uno scherzo, ridacchiano, anch'io la butto sul ridere perchè vorrei invece piangere. Ma non c'è tempo per tutto questo, ho trent'anni e non posso lasciare troppo spazio a Joe. Che si occupi di scrivere, che un giorno poi faremo i conti. Tempo non ne voglio buttare. Signora, è con grande amarezza che le dico che dovrà attendere ancora un bel po'. Onestamente mi vergogno per questa situazione, che lei ci creda o meno. Mi riprendo a fatica, guardo fuori dalla finestra, c'è un tramonto spettacolare ed ho qualcuno a cui pensare questa sera. Non sarà mai tutto giusto così. Non bisogna mai pensare troppo. Io l'ho imparato, ma in trasparenza poi si vede chi siamo. Sempre e comunque. E non parlerò del mio lavoro per un bel po' di tempo ancora.
2012
Andiamo a vedere le stelle, suggerisce la Meravijosa, io non taccio e acconsento, però non dirlo alla Sylvie e Pianeta Polpettino, va bene?, non dirglielo, no non fare così con la testa che poi glielo dici, non dirglielo non dirglielo non dirglielo, ok ok minchia le paranoie... e intanto penso, a cosa serve non parlare?, tanto capiranno all'istante cos'è successo prima del loro arrivo. Ma andiamo a vedere le stelle.Due tiri, pardon, due sguardi più tardi, mi ritrovo fattissimo sul divano, che basta poco a stendermi; la Meravija dichiara di sentirsi in formissima, allora si mette ad armeggiare con piatti bicchieri e quant'altro. Mi aiuti per favore?, dai metti via questo quest'altro e quell'altro là, inizio a sbuffare perchè la coordinazione è già andata a puttane. Cominciamo a ridere insieme, ma non è ancora niente. Poi un bicchiere lasciato incustodito sotto il rubinetto si trasforma in una fontana, vorrei avvisare la padrona di casa dello spettacolo acquatico in corso alle sue spalle, ma questa dannata fattezza non fa uscire una parola che sia una; e allora con la mimica segnalo il pericolo, la Meravija si accorge e scoppiamo a ridere, tanto da star male. Un male fisico agli addominali, di quelli che si provano raramente. Dopo cinque minuti di allegria e dolore fisico allora, ci riprendiamo pensando che, sì, a questo punto è proprio inutile non dire niente alla Sylvie e Pianeta Polpettino Pasticcino... come volevasi dimostrare.Passano altri cinque minuti e l'allegria si trasforma in qualcosa di indefinibile. Subito dopo Kundi la Mapendo (già sentita?) e Dockyard, parte una canzone apparentemente irriconoscibile; peccato, questa canzone sta rovinando il bel momento... ah no aspetta...E ci ritroviamo abbracciati e in lacrime, sopraffatti da questo qualcosa più grande di noi e dell'universo conosciuto. Ti prometto che sarà come dici tu, mi prometti che resterai sempre come sei; ascoltando So Many Times si può e si deve piangere di gioia, questo è solo l'inizio del 2012, questo è solo l'inizio di noi due, questi siamo noi due.
Chiudo Con Kundi La Mapendo, Splendido Remix Di Nima Gorji.
E' il secondo Capodanno consecutivo senza Bagnino, ma alzo le sopracciglia e chiudo gli occhi perchè non è certo questo il dato più significativo della serata. Mi piazzo in consolle verso le undici, abbiamo già bevuto e mangiato abbastanza eppure delle lasagne ancora non c'è traccia. E' la terza volta che suono in questa location; la prima fu un delirio post-adolescenziale, che rischiai di perdermi perchè l'intestataria del compleanno si "dimenticò" di chiamarmi (e cosa mi sarei perso! Sisterella e Cicinho per esempio...). La seconda, più recente, un delirio di vodka, sbattimenti e medicine. Seguirono giorni di malattia, ma soprattutto aneddoti riguardanti tagli sulle mani e quella scena dell'Esorcista che poi ribattezzamo alla maniera di Franco&Ciccio.La musica non è una componente fondamentale della serata, semplicemente perchè la musica è la serata; questo è l'assioma che da sempre muove le mie ditina affusolate eppur cicciose sul mixer del sovracitato Pizzettato, perchè la musica siamo noi che balliamo, che ci agitiamo, che ci facciamo prendere; questa che parte è I'm deep I'm soul, poi smuovo Pianeta con I feel fine, il brother segreto, acquisito, millantato, ricambia con uno sguardo d'approvazione, non servono parole quando la deep house si impadronisce di te. Tra venti minuti finisce il 2011, ancora una volta la testa si affolla, non di buoni propositi bensì di ringraziamenti. Per chi c'era e c'è ancora, perchè è tempo di bilanci ora più che mai, perchè ora è il momento di festeggiare e allora scaccio MisterLù dalla magica consolle, arriva la Meravijosa ed il countdown è partito.Bacio Nick, la Sylvie, Pianeta. La DeepBlue esiste ancora, basta crederci (lo farò alle tre del mattino pompando Grossa di Fish). E' il turno di Cicinho, del personaggio misterioso, poi le amiche della Meravijosa che mi abbracciano, mi sorridono, e mi intimano "se la fai soffrire ti ammazziamo". C'è da crederci, non voglio toccare con mano.Arrivano sms e telefonate. Poche a dir la verità, ma buone. Carlo CTUN disperso in Salomone, con la Faynazza e Fabri che dieci giorni dopo dichiarerà "ti aspettavamo qua verso le tre". Veramente io aspettavo voi per quell'ora! Risate. Del Varanone nessuna traccia ma lo capisco, il Bagninazzo mi becca all'una e mezza nel gelo del bagno, alla Socina dedico un pensiero verso le cinque del mattino; la risposta arriva in trecento secondi, accompagnata dal messaggio conciliante della Ricuz che mi ha addolcito parecchio questo finale d'annata. Parte Billie Jean ed in automatico scrivo a Teo, la sincronia sta andando a puttane ma non ci si può mica ricordare tutto, non è vero? So che ad un certo punto sono sparite le sigarette e la ricerca si è rivelata ardua. Ma ha regalato risate e ammiccamenti, mentre la vodka alla menta produceva i primi, catastrofici effetti: d'altra parte una festa senza le gag e i travestimenti di Nick non si è mai vista...Ma torniamo a noi. O a loro, o alla Meravijosa, forse è meglio. Me la perdo per un bel po' della serata, ma così devono andare le cose. Adoro stare in consolle e dominare la scena pur da un angolino; chi mi ama venga a trovarmi!, e pazienza se la Lù mi spacca di pizzicotti e con Cicinho è un brindisi via l'altro. La Sylvie e Pianeta sono in formissima e questo non può che rendermi esuberante; loro c'erano, ci sono, e ci saranno. Un piccolo tassello da lasciare scolpito a futura memoria. Ci stiamo distruggendo d'alcol ma poi basta uno sguardo, due note, un abbraccio un po' più intenso. Finchè ci ritroviamo io e la Meravijosa in pista a cantare "You go out every night tryin' to find the perfect love", giustamente la Sisterella si sente di troppo, è in momenti come questo che penso che canzoni come questa servano a descrivere sensazioni come questa che si provano in momenti come questo. So many times I'm watching you, and now I fell in love with you, l'abbraccio è colossale, muto, fluorescente.Cicinho si abbuffa solitario tipo Britney dei Dudesons, io e Pianeta tiriamo in mezzo MisterLù che presto sparirà con la consorte; cala il ritmo ma dopo ogni pausa si riparte più forte. Ho lasciato spazio a Nick che ha sparato un'ora di elettronica ad un volume atomico: l'ho dovuto redarguire. Poi, o forse prima, siamo corsi su e ci siamo cambiati. Maglia del QPR per lui, di Messi per me, di Boateng per Pianeta. Siamo spettacolari e la taverna da gelida (remember inverno afghano? correva l'anno 2008 e non aggiungo altro) si è fatta incredibilmente calda. Il personaggio misterioso, in tutto questo, si è addormentato verso le due, accompagnato da una gentil donzella, proprio sotto le casse; poi la donzella si è svegliata e ha frustato Nick con la cintura... ma qualcuno dovrebbe confermarmi questa scena perchè ho come l'impressione di aver finito con poca lucidità (colpa dell'estenuante ricerca delle sigarette).C'è ancora spazio in questo stomaco d'annata, e dannato, per un (bel) po' di vodka alla menta, ma prima devo finire sto bicchiere di Bailey's che son due ore che bevo e ce n'è ancora. Due giorni dopo la Meravijosa svela l'arcano "te l'ho riempito io quel bicchiere... bello carico come piace a te". Questo spiega molte cose. La vodka riappare a un certo punto di fianco al mixer, e finisce presto. Come questa serata che abbiamo così tanto atteso. Che è stata una svolta, anzi un punto di partenza, anzi tutte e due insieme; il nocciolo della questione è che bastava crederci, ma questo io e lei lo sappiamo già."Volevo ringraziarvi perchè siete stati fantastici.""Tu sei stata fantastica."No, questo non l'ho detto io.Io dico solo... che il mio 2012 sei tu.
Amadou&Mariam
Sono passato a salutarti come da tradizione pre-partenza; anche se questa non è, non sarà come tutte le altre. Anche se questa sancirà una fine, un nuovo inizio, un non si sa bene cosa. Mi apri la porta e sorridi, come stai bene coi capelli corti, sbuffo, sta per partire un sorriso amaro, poi mi fai i complimenti per il piumino, ma è questo?, che bello, ed io mi soffermo un secondo a pensare che due complimenti consecutivi non me li facevi da quanto... da secoli...Ho scoperto questa canzone, mi piace tanto, la balliamo insieme?, Jovanotti lo conosciamo, Amadou e Mariam pure, che la colonna sonora di NewMoon è stata una scoperta meravigliosa; ti stringo a un certo punto, e piango, poche lacrime ma pesanti come macigni. Che c'è Moroso, perchè piangi?, ma io non riesco a parlare, ad esprimermi, niente di niente, fuori ci sono Pianeta&ChrisWhite che mi aspettano, io ti sto salutando strappandomi il cuore; non c'è tempo per niente, soltanto qualcosina da darti perchè tu sia spensierata in questi giorni lontana da me. Ne seguiranno tanti altri, ma non potrò intervenire. Compra qualcosa per te, togliti qualche sfizio, mi raccomando. Ma cos'hai Moroso, sei strano... Ma niente dai, non è niente, è solo che mi hai fatto due complimenti e non ci ero più abituato. Non possono esistere altre risposte.
Se nel momento esatto in cui scrivo sento che non riesco a trattenere le lacrime, vuol dire che ho scritto davvero qualcosa.