Prima di Inter-Treviso mi piacerebbe farvi capire cosa vuol dire per me questa partita, ma, ahimè, mi rendo conto di quanto sia difficile. Perchè è davvero difficile rendervi partecipi delle associazioni e dei ricordi che mi legano a Treviso e al Treviso. Dovrei raccontarvi dei due tizi che avevo conosciuto in vacanza nove anni fa e che, col Treviso appena promosso in C1, leggevano la Gazza tutti esaltati perchè avevano comprato un centravanti che li avrebbe trascinati in B. A me veniva da ridere, e mi chiedevo come si potesse tifare così accanitamente una squadra di C. Ma poi a quella squadra mi ci sono affezionato. Vennero altri legami, altre storie, altre vacanze a farmi amare quella città e quella squadra. Che, effettivamente, centrò la serie B grazie anche ai gol di quel centravanti che chissà come si chiamava.
Negli ultimi tempi, in effetti, la passione si era un po' affievolita... ma quando beccavo il Treviso su Sky il venerdì o il lunedì sera, me lo guardavo sempre volentieri. E poi l'anno scorso con Barreto e Reginaldo era sempre uno spettacolo.
E si arriva a quest'estate pazza e all'incredibile ripescaggio in serie A.
Ne è passato di tempo, dalla promozione in C1 nel lontano '96.
Oggi io e il Treviso ci troviamo per la prima volta di fronte, da avversari certo, ma con uno spirito particolare. Oggi vado incontro ad una fetta grossa di un passato lontano che grazie al Treviso non è sbiadito; e allo stesso tempo ritrovo dei sentimenti che vorrei lasciar perdere, ma è sempre così, è più forte di me. Io per il Treviso e la sua squadra avrò sempre un'attenzione particolare.
Nonostante tutto.