58.
Non amo il pandemonio mediatico che si scatena quando muore un personaggio famoso. Cerco di staccarmi dalla tv, da facebook (ma è impossibile!), da tutto. Mentre fioccano banalità e sciacallaggi, cerco di isolarmi, riflettere sui perchè della vita, di certe tragedie, di certi sentimenti. Ho dedicato un post alla morte di Simoncelli senza scavare in profondità, ma soltanto con l'intento di spiegare come mi sono sentito domenica mattina. Senza la solita retorica del giovane di belle speranze che bla, bla, bla. Ho riassunto il mio pensiero a mia'amma, l'altra sera, piangente davanti alla tv, che si lamentava singhiozzando "non è giusto".
"Sono le corse delle moto, mamma", e ho chiuso il capitolo.
Poi ieri pomeriggio esco per andare a lavoro, passo davanti all'edicola per andare a prendere il 14, cammino muro muro e arrivo nei pressi della piadineria, e qui vengo colto di sorpresa, sulla lavagnetta fuori dal locale mi colpisce la scritta gigantesca IN TUO ONORE, allora non posso fare a meno di continuare a leggere... LA "58", coppa squacquerone e non so cos'altro... rimango attonito, che bella idea però, che bel gesto, per quanto microscopico, per quanto infinitesimale rispetto al dolore, alla sofferenza, alla tragedia. IN TUO ONORE, come se potesse davvero apprezzare questa dedica, come se potesse davvero leggerla, da chissà dove poi. Non in suo onore, ma in tuo onore, perchè sei qui, in fin dei conti, ancora con noi. Ho già provato queste sensazioni, evito di dire quando, sempre per delicatezza e pudore (anch'io ho scritto, a volte, a persone che non potevano più leggere e ricambiare il saluto). Ma mi è sembrato giusto fermare qui, ora, questo momento intenso, commovente, inaspettato.
In mezzo a tutte le schifezze dette, scritte e mostrate ovunque, questa dedica si erge gigantesca nella sua spontaneità.