Un disperato grido d'aiuto, per ora inascoltato, mi rimbomba nel petto e nella gola e rende impossibile perfino respirare; deglutisco senza tregua da due mesi, continuo a non trovare una fottuta spiegazione ma ci deve essere, continuo a ripetermelo per restare a galla. Sono passato sotto al ponte di Santa Rita e non ho potuto non pensare a quelle notti folli e al nostro tempo che sembra essersi fermato (ma chissà quando, questa è la domanda). Un disperato grido d'aiuto, eppure inascoltato, rimbomba nel petto e nella gola e rende impossibile perfino parlare; oggi sono letteralmente scappato dall'ufficio e mi sono concesso una scappatella in quel luogo che dovrei evitare, e che invece mi attrae irresistibilmente. I difetti e i vizi di un uomo solo. Torno là dov'ero famiglia anche se ne esco perdutamente estraneo e deglutente. Un disperato grido d'aiuto, per ora inascoltato, rimbomba ovunque e non mi fa ragionare. Giulia mi ha lasciato, io non trovo pace, allontano chi mi si avvicina ma non riesco ad avvicinare chi vorrei. Allora torno da lei, poi piango, poi ridiamo insieme, poi vengo deglutito da questo mastodontico vuoto e mi faccio cullare dalla musica e dalla Minou, che nel frattempo si fa le unghie su questo trolley che abbiamo colpevolmente lasciato incustodito.
Un disperato grido d'aiuto, per ora inascoltato, è quello che rimane di questa prima settimana senza te. E io non so nemmeno da che parte devo cominciare o finire.
Dove sei?
*brano ascoltato durante la stesura del post:
King - Love and Pride