E' bastato uno scambio di battute col Varano, seguito da un abbraccio, per riportare tutto nella giusta dimensione. Il vecchio Joe, sempre uguale a se stesso, è qui tra voi. Qui su queste pagine, qui al Dundas, qui in piazza Wagner...
Ma chissà poi qual è il vero Joe. Continuo a frequentare gente che non vedevo da troppi anni, l'effetto è sensazionale, mi ritrovo tutto ad un tratto a toccare con mano una verità che forse ho sempre saputo: perchè il tempo può cambiarti, può stravolgerti, ma l'essenza, l'anima, lo sguardo, no, niente può scalfirli.
Tutto così scontato? Riflessioni su riflessioni ascoltando Mao e Vasco e i Daftpunk... mattinata intensa... e ieri notte a rileggere mail di cinque anni fa, che rischiavano di andare perdute per sempre. Dov'è finito il vero Joe?
Qualcuno l'ha visto, sì. Nick per esempio, quella notte ad aspettare l'alba al freddo sul traghetto.
E Dylan in quel grigissimo pomeriggio di marzo di otto anni fa.
Quello era il vero Joe, un Joe che non avreste mai conosciuto, un Joe che non aveva bisogno di scrivere, come in fondo è stato per tanto tempo, stupido accorgersene solo ora, credevo di aver aperto il blog per un motivo, invece era l'unico che non avevo veramente.
Ancora una lezione da parte del Varano, col sorriso sulle labbra ma non per questo poco serio: ho fatto quel che ho fatto, ed ora sono così. Come mi ha detto Brifa ieri: non mi vergogno degli errori di gioventù, se poi mi hanno fatto diventare quello che sono.
Forse il vecchio, il vero Joe, conosceva il significato della parola "diventare".
Perchè quello nuovo, quello che tutti conoscete -pensate di conoscere- non lo sa proprio.
Mi rileggerò qualche mail di cinque anni fa; ai tempi, oh sì se ero il vero me stesso...
"ma poi è questione di un attimo, è una sensazione che nasce e finisce lì, che si crea in quell'istante preciso, mentre il resto diventa temporaneamente inconscio, ma prima e dopo c'è la vita di sempre, di cui quel "noi" nn fa parte, si dissolve da solo."